La nazionalità del "vero" antropologo

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Lorenza Castellani
view post Posted on 1/3/2012, 18:33




Ciao a tutti!

Per chi ha partecipato alle ultime due lezioni io sono quella che sostiene di giocare ancora con le Barbie e di guardare in modo ripetitivo lo stesso film due o tre volte al giorno. Detto questo, credo possiate scusare la banalità di questo quesito che mi sono posta dopo le prime lezioni di Antropologia Sociale.
Parlando di antropologia come scienza esotica, abbiamo visto come spesso i nostri luoghi comuni, i pregiudizi e le aspettative possano spesso sviare l'antropologo dal suo tanto irrinunciabile quanto irrealizzabile sogno: la ricerca dell'uomo autentico.
Appurato che il mito dell'autenticità è, appunto, solo un mito, io mi chiedo: è possibile e lecito chiedersi che la nazionalità dell'antropologo influisca sui suoi studi?
Un antropologo africano o asiatico è più libero dai pregiudizi e dagli stereotipi di noi occidentali? Può dunque avvicinarsi maggiormente alla scoperta dell'autenticità umana?
O ancora, dobbiamo rinunciare una volta per tutte a questo obiettivo e abbandonarci ad un (s)consolante relativismo culturale?

Alla prossima. Lorenza
 
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Martino Doni
view post Posted on 2/3/2012, 22:17




Carissima

Bella domanda, anzi: fondamentale. Talmente bella da non meritare una risposta. Ma un'altra domanda, come facevano i chassidim. E la domanda è la seguente: è possibile essere antropologo africano o asiatico (ammesso e non concesso che "africano" e "asiatico" indichino una nazionaità, e non piuttosto una "continentalità")? E ancora: se mai ci fosse un antropologo africano o asiatico, che cosa lo renderebbe tale? Chi decide che un ivoriano è ivoriano? chi ha deciso che un vietnamita è vietnamita? E infine: è davvero importante sapere chi è l'uomo autentico? Personalmente, l'unica domanda sensata sull'uomo è quella del salmista: chie è l'uomo perché tu (Dio, in quel caso, ma è un tu generale) te ne curi? Ossia: l'uomo in sé è un artefatto metafisico: l'uomo è "interessante" solo nel momento in cui diviene occasione di cura.
 
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Claudia di Natale
view post Posted on 5/3/2012, 13:18




Allora!! Come diceva Weber non è possibile un giudizio oggettivo su un qualsiasi argomento. La vita di ognuno di noi è condizionata dalla nostra esperienza che condiziona ogni qualunque decisione e giudizio. Il pregiudizio poi è innato(secondo me)nell'uomo stesso. Indi per cui non è possibile avere uno studio oggettivo sull'uomo, ed è per questo che l'antropologia parte dallo studio delle differenze, unica sua certezza. :D
 
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2 replies since 1/3/2012, 18:33   82 views
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