Lorenza Castellani |
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| Ciao a tutti!
Per chi ha partecipato alle ultime due lezioni io sono quella che sostiene di giocare ancora con le Barbie e di guardare in modo ripetitivo lo stesso film due o tre volte al giorno. Detto questo, credo possiate scusare la banalità di questo quesito che mi sono posta dopo le prime lezioni di Antropologia Sociale. Parlando di antropologia come scienza esotica, abbiamo visto come spesso i nostri luoghi comuni, i pregiudizi e le aspettative possano spesso sviare l'antropologo dal suo tanto irrinunciabile quanto irrealizzabile sogno: la ricerca dell'uomo autentico. Appurato che il mito dell'autenticità è, appunto, solo un mito, io mi chiedo: è possibile e lecito chiedersi che la nazionalità dell'antropologo influisca sui suoi studi? Un antropologo africano o asiatico è più libero dai pregiudizi e dagli stereotipi di noi occidentali? Può dunque avvicinarsi maggiormente alla scoperta dell'autenticità umana? O ancora, dobbiamo rinunciare una volta per tutte a questo obiettivo e abbandonarci ad un (s)consolante relativismo culturale?
Alla prossima. Lorenza
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